M.M.
15ª quadriennale d'arte di Roma, giovane e partecipativa. Mi è piaciuta


Anche la 15ª Quadriennale d’arte di Roma è diventata partecipativa aprendosi alla comunicazione digitale. Quando entrate vi viene dato un foglietto in cui c’è scritto che l’edizione di quest’anno non ha un titolo, ancora. Verrà scelto anche in base alle proposte del pubblico, che è chiamato ad intervenire. Dopo averla visitata inviate quindi un messaggio a titolomostra@quadriennalediroma.org con il vostro suggerimento. Per maggiori informazioni c’è il sito.

E a proposito di partecipazione. Nella pagina successiva trovate pochi fotogrammi video che sono riuscita a filmare alla manifestazione. Non è una selezione dei lavori più belli o che mi sono piaciuti di più, ma quello che ho potuto fare…un’azione da illegal blogger, è vero, ma è l’unico modo per far vedere qualcosa.

Ad ogni modo, andate a vedere la Q, perché a differenza di quelli che criticano l’eccessiva varietà di genere proposto, io penso che questo sia positivo dato che dà spazio a tutti i gusti. In generale mi sono piaciuti i lavori con qualche delusione per alcune opere a carattere sociale, alcune sculture e alcuni video. I meno noti, battono a mio parere gli artisti più famosi.

La mia classifica vede al primo posto Andrea Mastrovito con “Eine Symphonie des Grauens”, una videoproiezione animata su fotocopie in A4 sul ciclo della vita. Bellissima, come l’installazione di Manfredi Beninati. Una stanza misteriosa e decadente dietro una porta a vetri nebbiosi. Da podio anche “Il letto” di Simona Frillici e “Il cielo nell’acqua” di Sabrina Mezzaqui.

E dopo averne tanto letto ho visto l’orso rosa profumato di Maurizio Savini, verrebbe voglia di toccarlo. Divertente e interattivo il progetto “Joker è stato qui (sei stato nominato)” di Giuseppe Stampone. Ti specchi e una videocamera ti riprende e trasmette l’immagine nel bookbar e su SL all’indirizzo http://slurl.com/secondlife/sardigna/121/169/33/.

Segnalo anche i lavori degli artisti Loris Cecchini, Luca Costantini, Andrea Aquilanti, Mauro Di Silvestre, Luana Perilli, Luisa Rabbia e probabilmente mi sfuggono altri nomi.

Il sonoro di alcuni lavori è troppo alto a danno di altre opere (penso ai poveri “Tulipani” di Bruna Esposito, dei quali era quasi impossibile sentire il fischiettio) Non ho capito la videoinstallazione di Claudio Citterio “Farfalla”. Destabilizzante “Ambiente Mobile” di Marina Paris, un tapis roulant che gira al contrario. Non un’idea particolarmente originale ma partecipativa, perché se non si sale non si capisce.